I Am The Revolution, il documentario

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I Am The Revolution

I Am The Revolution è un film documentario del 2018, ma ancora oggi è più attuale che mai. Alla regia c’è la giornalista Benedetta Argentieri, nel suo documentario racconta la storia di tre donne, tre eroine, tre rivoluzionarie che combattono per rendere il loro paese un posto migliore: rispettivamente Afghanistan, Iraq e Siria. Non è il solito documentario sulla guerra, guardarlo è un atto dovuto.

I Am The Revolution: non il solito documentario sulla guerra

Inizia il docu-film di Benedetta Argentieri e subito pensiamo: sarà il solito documentario sulla guerra. Il solito giornalismo intriso di orrore, fame, miseria, povertà. E invece no. Ben presto ci accorgiamo che I Am The Revolution non è il solito documentario sulla guerra.

I Am The Revolution

I Am The Revolution, non è il solito documentario sulla guerra

Ben presto ci accorgiamo che questo lavoro è in realtà una finestra aperta su un mondo che non conosciamo. Argentieri non ci fa vedere le donne rinchiuse in casa, silenziose e impotenti, di fronte a un uomo padrone. Argentieri ci mostra un altro volto del mondo femminile. Ci mostra le donne che combattono, quelle che la rivoluzione la fanno. E non è la “nostra rivoluzione”, quella colorata, fatta di cori e cartelloni e flash moob. Questa rivoluzione ci porta nel dietro le quinte di una guerra di cui si è parlato così tanto negli ultimi anni, ma di cui in realtà si conosce davvero poco.

Le donne leader dei paesi musulmani in guerra

In mezzo alla guerra e al fondamentalismo, sono cresciute donne leader che comandano eserciti, organizzano la fuoriuscita delle altre donne dalla schiavitù, guidano forze politiche laiche e progressiste, andando villaggio per villaggio a sfidare i talebani.

Queste donne praticano la democrazia più avanzata che possiamo immaginare nei contesti meno favorevoli possibili e sono diventate un’ispirazione per le future generazioni. Donne che testimoniano la rivoluzione necessaria ovunque e che non vogliono farsi ricacciare indietro, nel passato oscurantista”.

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Le donne che combattono contro l’Isis e i talebani

Pensavamo davvero di aver visto tutto, di aver letto tutto, di aver compreso tutto su questi paesi attanagliati dall’odio, dalla guerra, dal maschilismo e dall’oscurantismo, e invece no. Non avevamo ancora visto niente.

Credo che sia la dimostrazione di quanto poco si sappia ancora, purtroppo. In Europa siamo convinti che in paesi come l’Iraq o l’Afghanistan le donne se ne stiano chiuse in casa aspettando che qualcuno risolva i loro problemi, invece non è così. Ci sono dei movimenti che con grande coraggio cercano di cambiare le cose”, spiega la regista, Benedetta Argentieri.

I Am The Revolution: le donne protagoniste

Come dicevamo, nello specifico I Am The Revolution entra nel mondo e nelle vite di tre donne davvero uniche e speciali. Sono Selay Ghaffat, Yanar Mohammed e Rojad Felat.

I Am The Revolution

Selay Ghaffat per i diritti delle donne

Queste donne non hanno paura, sanno amare e combattere, senza mai abbassare la testa. Rojad Felat, ad esempio, è una donna gentile ma con sguardo feroce, comandante delle truppe SDF (Syrian Democratic Forces). È stata lei, a comando di migliaia di uomini, a sconfiggere l’Isis a Raqqa.

Selay Ghaffat è la portavoce di Hambastagi, il partito della solidarietà dell’Afghanistan. Si tratta dell’unico partito laico del paese. infine, c’è Yanar Mohammed, attivista irachena per i diritti delle donne.

Perché è importante vederlo ora

Come dicevamo il documentario ha ormai tre anni, eppure è importante vederlo oggi. È importante perché oggi si parla così tanto di Afghanistan e spesso lo si fa a sproposito, senza sapere davvero cosa si nasconde sotto il velo delle notizie che arrivano fino a noi, in occidente.

Queste donne hanno combattuto contro i talebani, contro l’Isis e contro altri gruppi fondamentalisti, non abbasseranno la testa ora.

“Hanno paura del potere delle donne… sanno che se le donne sono unite e sono educate, non potranno più opprimerle”. – Selay Ghaffat.

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