Covid-19, tampone negato ad una donna Cagliaritana

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Giorgia Zuddas

Da qualche giorno siamo entrati nella Fase 2, quando tutto dovrebbe essere più chiaro e portarci all’uscita della pandemia.

In realtà siamo ancora alla Fase 0. Zero Spaccato. Soprattutto per quel che riguarda i test sulla persona.

Cioè per verificare se un individuo/a è portatore asintomatico oppure se ha avuto il COVID-19 e ora l’ ha scongiurato.

Ed è proprio di ieri il comunicato stampa del Gimbe (Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze) con il quale “ha richiamato le Regioni a estendere il numero dei tamponi e chiede al Governo di definire una soglia minima giornaliera di 250 test per 100.000 abitanti”.

Ciò significa che in alcune zone i tamponi effettuati sulla popolazione sono ancora troppo pochi, ridottissimi, mentre la Fase 2 richiederebbe una strategia di testing esteso.

In questa classifica la Sardegna è nella quinta e ultima classe, con meno di 60 tamponi giornalieri. Per capirci: i tamponi sono stati fatti con il contagocce.

Parto da qui per raccontarvi la storia di Giorgia Zuddas, classe ’75, ingegnere elettronico, che ha convissuto per 45 giorni con il dubbio di essere  positiva e oggi il suo stato di salute tutto sommato è buono.

Accusa ancora stanchezza, ma in passato presentava tutti i sintomi del COVID-19. In forma lieve, ma li ha avuti.

A lei non è stato fatto nessun tampone e ora lancia un appello: “Sono stata rinchiusa a casa per mesi e ora è mio diritto sapere se ho contratto il COVID. Oramai il tampone non serve più, ma voglio fare il test sierologico per capire se sono entrata in contatto con il virus. Ma non trovo nessuno che lo faccia”.

Giorgia Zuddas

Giorgia Zuddas

Quando hai iniziato a star male e che sintomi avevi?

Ho iniziato l’8 marzo. Io insegno informatica alle superiori e fortunatamente le scuole erano già chiuse a causa del Coronavirus. Avevo mal di gola, ma ho proseguito a lavorare nella farmacia di mio padre e di mia madre, entrambi farmacisti, fino al 14, inizio della fase lockdown. Così ho fatto un po’ di spesa, accompagnata dal mio mal di gola costante. Devo dire che non mi sono affatto allarmata.

Dopo una settimana peggioro. Sopraggiunge una tosse fastidiosa e secca e due giorni dopo mi sale la febbre a 37 e mezzo. Stabile per 10 giorni circa. Per scrupolo ho chiamato il mio medico di base, ma lui mi ha risposto di stare tranquilla perché non c’erano gli estremi per fare un tampone.

Poco dopo sorgono pure i problemi respiratori, il mio respiro era corto da non riuscire a respirare, dolori ai bronchi e ai polmoni.

La cosa che mi ha messa ko è stata la stanchezza. Non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto e a raggiungere le altre stanze. Ho richiamato il mio dottore che h continuato con la sua teoria:stare serena e a riposo.

Insomma avevo tutti i sintomi del COVID e nessuna speranza di diagnosticarla. Sono sincera: non ho mai preso una tachipirina perché volevo capire e conoscere il decorso, non volevo camuffare i sintomi. Lo dico per me, a me che non mi hanno fatto un tampone e nell’incertezza volevo vederci chiaro. Purtroppo.

Quindi?

Ho parlato con alcuni amici medici e secondo loro erano i sintomi del virus. Ho fatto a casa la prova per l’ossigenazione con il saturimetro. Prima senza sforzo, poi sotto sforzo.

Nella prima l’ossigenazione è stata buona, al di sopra del 95% e quindi regolare, ottimale. Ma sotto sforzo, camminando in casa per più di tre minuti in maniera incessante, non ha dato buoni risultati.

L’ossigenazione è scesa sotto il 4%,che indica la presenza di sofferenza respiratoria. Infatti ha rilevato un problema di insufficienza respiratoria.

Ho chiamato il numero verde regionale utile per chiedere informazioni sul contenimento e la gestione del contagio del nuovo coronavirus. Mi hanno risposto che se io avessi chiamato direttamente loro me lo avrebbero potuto fare. Siccome io avevo già contattato il mio medico non è stato possibile farlo. Nonostante per loro erano i sintomi del Coronavirus.

Ero preoccupata e dopo giorni ho avuto una forte tachicardia improvvisa, passavo dai miei 40 battiti a 90 battiti al minuto con un gap alcune volte di oltre 50 battiti al minuto. Non era normale, mi svegliavo durante la notte. Insomma sono rimasta ben 45 giorni a casa, isolata con l’incubo di essere stata positiva.

Giorgia Zuddas

Giorgia Zuddas

Poi?

La stanchezza è diminuita e i sintomi spariti. Così ho ripreso l’attività fisica a casa. Io sono una sportiva e non fare ginnastica mi mancava. Devo dire che sono andata a fare un po’ di spesa per togliere il disturbo alle mie sorelle che settimanalmente mi davano una mano. I miei son stati a casa poiché anziani.

Al rientro, poche ore dopo, mi è salita nuovamente la febbre. Sono rimasta altri 15 giorni a casa e il copione è stato lo stesso: nessuna richiesta di tampone dal medico. Mi sono rassegnata e sono stata in balia del destino. Fortunatamente è andato tutto bene. Tanti sono morti soli a casa nell’attesa di un tampone. Che tristezza.

Hai pensato subito che fosse il  COVID-19?

All’ inizio decisamente no. Pensavo alla solita influenza. Sai io gioco a beach volley e corro, magari un colpo di freddo. E invece no. Anche se in forma lieve, io sono fermamente convinta di essermi beccata il COVID. E voglio assolutamente saperlo. E’ un mio diritto.

Hai un’idea di come puoi aver contratto la malattia?

È difficile perché a me i sintomi sono arrivati quando ancora non eravamo in emergenza, non avevamo restrizioni, andavo al mare e giocavo. Non c’era ancora questa paura. Certamente sono entrata in contatto con amici che venivano dal nord. Ma nessuno di loro ha contratto il virus.

Hai avuto paura?

Sì. Ho avuto paura più che per me, per gli altri. Io ho il controllo del corpo perché vivo con l’asma  e non ho mai avvertito una sensazione di paura per me stessa. Ma temevo di aver contagiato qualcuno. Una grande responsabilità.

L’asma? Scusa tu eri più a rischio e più esposta al contagio eppure zero tampone nonostante i sintomi?

Non so che dirti. Ma è un dato di fatto. Nessuna prescrizione. Ora voglio sapere se l’ho avuto e voglio fare il test sierologico. Anche a pagamento. Ma lo voglio fare e non so dove farlo.

Tante chiacchiere e polemiche sul Coronavirus. Che pensiero ti sei fatta?

Secondo me ci sono state responsabilità nell’aver inizialmente sminuito l’importanza del contagio e degli effetti, passandolo come se fosse un’influenza. Nessuno conosceva il modus operandi del virus, si sosteneva che giovani e sportivi fossero immuni dal contagio. Invece no. Centinaia sono passati dalla rianimazione e altri non sono usciti.

La pandemia come è stata gestita in Sardegna?

La fortuna ci ha protetti. Se si fosse espanso come al nord sarebbe stata una vera tragedia, perché noi non abbiamo strutture adeguate.

Come stai ora?

Bene, ma molto debole. In attesa di fare il test sierologico.

 

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