Di cosa si è parlato al Women 20

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Women 20

Dal 13 al 15 luglio si tenuta a Roma la sesta edizione del Summit Women 20. Si tratta di una versione del G20 che mette al centro le donne e prende il nome di W20. Le donne sono poste al centro del cambiamento. È proprio questo lo scopo del summit: rendere sempre più parteci le donne di tutto il mondo, per il cambiamento.

Che cos’è il G20

Il G20 è un momento di incontro per le grandi potenze del mondo, per parlare dei problemi che affliggono tutti e per trovare soluzioni concrete per un cambiamento sano e costruttivo.

Women 20

Women 20, un summit per trattare i temi che vengono omessi al G20

Il G20 rappresenta il 60% della popolazione mondiale, l’80% del PIL mondiale, nonché il 75% del commercio globale. I paesi che ne fanno parte sono: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sud Africa, Turchia e Unione Europea.

Il G20 si riunisce ogni anno. Durante gli incontri si discutono tutti i punti dell’agenda dell’anno in corso, ovvero, tutti i principali problemi che affliggono l’umanità.

Quest’anno il G20 si svolge a Roma, con l’Italia seduta al posto della Presidenza (la posizione cambia di volta in volta). La maggior parte delle date sono segnate per il mese di Agosto (ma sono suscettibili a modifica). Il W20, invece, si è tenuto a luglio.

Un Women 20 per parlare di quello che solitamente non si parla al G20

Le problematiche di cui si parla al G20 riguardano la sfera economia, ecologica, ambientale, sanitaria. Tuttavia, ci sono importanti problemi che troppo spesso passano in secondo piano, nel corso delle annuali sedute.

Women 20 2021

Women 20 2021 – Presidenza italiana

Per questa ragione si è scelto di dare vita al Women 20. Una delegazione tutta al femminile che tratta gli argomenti che, di solito, gli uomini del G20 non trattano.

Al momento il G20 si trova ad avere una Presidenza italiana, quindi è una grande opportunità per l’Italia, ma è una grande opportunità anche a livello internazionale, perché ci troveremo a parlare con i “Grandi” del mondo.

È ovvio che all’interno del G20 sarà fondamentale parlare della questione femminile, del gender gap, della discriminazione e della lotta agli stereotipi. Questi sono temi purtroppo spesso messi in secondo piano e invece è necessario, soprattutto in determinati consessi, far sì che si parli di queste tematiche che devono essere affrontate perché in tutti i Paesi esiste la discriminazione di genere, in tutti i Paesi esiste la violenza di genere.

È un tema che non riguarda solo una particolare comunità ma riguarda il mondo intero. E finché ci sarà la discriminazione del 50% della popolazione mondiale è ovvio che ci saranno sempre delle perdite in termine di potenziale umano ma purtroppo anche in termini di vita”, spiega Maria Edera Spadoni, vicepresidente della Camera dei Deputati.

Chi ha partecipato al Women 20

Assieme a Maria Edera Spadoni, al Women 20 di quest’anno, tra le italiane ci sono Linda Laura Sabbadini, Chair del W20 ed Elvira Marasco, Sherpa del Summit. C’è poi Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione UE.

Women 20

Women 20

La rappresentanza femminile del Women 20 arriva da ben 98 paesi, scienziate, economiste, donne che lottano per i diritti della loro terra, e il loro scopo è quello di mettere le donne al centro del cambiamento.

Siamo tutte volontarie, siamo la società civile: i temi che abbiamo scelto sono frutto di un anno di dialogo e di negoziazione. Si parlerà di donne e lavoro, di imprenditoria digitale, per la prima volta di sostenibilità ambientale, della violenza contro le donne e contro le bambine”, spiega Elvira Marasco.

Le donne ai tempi della pandemia

Ovviamente, tra gli argomenti trattati non poteva mancare l’emergenza sanitaria e del grande contributo che le donne hanno dato in questo periodo.

A parlarne è Linda Laura Sabbadini: “Le donne sono state un pilastro della resistenza nei confronti del virus, lo sono state nel settore sanitario, dove sono la maggioranza, e nell’attenzione alla cura della loro famiglia.

Si sono sovraccaricate di lavoro anche con lo smart working, che si è trasformato in uno strumento di grandissima compressione. Adesso bisogna fare in modo che il contributo delle donne sia centrale nella ricostruzione globale, non può esserci sviluppo senza una forte valorizzazione dei talenti femminili”.

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