Regionali Sardegna Conosciamo Maura Serra

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Maura Serra

Ultima Domenica pre-elettorare. Oggi in tanti hanno incontrato gli elettor*.

Noi di La Frack Magazine invee abbiamo raggiunto un’altra Donna candidata, conosciamola meglio.

Chi è Maura serra?

Maura SerraM: Ho 28 anni sono di Villanovaforru ma in settimana vivo a Cagliari dove frequento la Facoltà di Architettura.

Sono presidente dell’Associazione Culturale Terras, fondata da me e altre due donne allo scopo di promuovere attività che valorizzino e tutelino il patrimonio architettonico in terra cruda ed i valori culturali ad esso connessi.

Con il team Terras gestisco didattica, organizzazione e promozione del progetto “TerrAccogliente – Itinerario Turistico Culturale” concepito e promosso da Città della Terra Cruda un’associazione composta da circa 40 comuni.

Dal 2011 aiuto Città Della Terra Cruda nell’organizzazione e gestione di eventi nazionali e internazionali guidati da professionisti CRAterre e specialisti dell’architettura sostenibile.

Sono referente regionale per l’Associazione Italiana Febbri Periodiche e spero quest’anno di potermi formare come paziente esperto.

Sono volontaria ASAE – AIL Cagliari Onlus e famiglia d’appoggio per cinque giovani migranti che insieme a me hanno fatto parte del gruppo promotore di “Leggere Leggeri” schierato a favore di un’Europa inclusiva e senza barriere.

Perché hai scelto di candidarti?

M: Perché ero stanca di stare a guardare dall’esterno una politica da cui spesso non mi sento rappresentata.

Vivendo a Cagliari ho potuto osservare il cambiamento radicale che ha coinvolto la città grazie alla politica di Massimo Zedda.

Mi sento rappresentata dalla sua persona ed ero certa che entrando a far parte della sua coalizione nell’ambito della lista civica Futuro Comune le mie idee avrebbero potuto finalmente trovare dimora.

A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?

M: Cultura e Salute.

Maura SerraSe cresci in Sardegna la storia ti culla e questo inevitabilmente influisce su ciò che sei.

Studiando il patrimonio edilizio storico dei nostri centri ho potuto comprendere quanto quegli edifici non siano solo le nostre case, ma le case della nostra memoria.

Preservare il nostro patrimonio materiale e immateriale significa difendere la nostra identità più profonda.

Per fare questo non occorre solo mettere in campo delle leggi per la tutela del patrimonio.

Ma serve migliorare il nostro modo di raccontarlo e di fare rete.

Tantissimi giovani hanno investito gran parte della loro vita in formazione e ricerca e non hanno avuto modo di dimostrare alla loro terra quanto valgono le loro competenze.

Incentivare la creazione di reti di giovani operatori culturali d’alto profilo potrebbe portare la Sardegna ad una svolta dal punto di vista occupazionale e turistico.

Formulare proposte all’avanguardia adatte al turismo culturale e sostenibile è necessario per proporci a chi ancora non conosce le meraviglie del nostro entroterra.

Infine, essendo una malata rara e rappresentando un gruppo di pazienti non posso che segnalare quanto sia necessario per noi istituire in Sardegna un centro per le Malattie Rare.

Le malattie rare che colpiscono i sardi sono tante e necessitano di cure specifiche gestite da equipe di medici formati perché le diagnosi siano più celeri e le cure più efficaci.

Attualmente tanti malati sono costretti ad una continua migrazione verso presidi ospedalieri della penisola per ricevere un’assistenza che potrebbe essere offerta dalla nostra terra.

La vita di un malato raro è già complessa di base;

migliorare la sua assistenza non migliorerebbe solo la qualità di vita del paziente ma aiuterebbe a limitare le spese necessarie alla sua assistenza.

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