Roberta Puddu: Io Sarda a Milano ho scelto di restare

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Roberta Puddu

In questi giorni di emergenza Corona Virus abbiamo assistito ad una fuga irresponsabile, si perché di fuga si è trattata, di persone che dalla vecchia zona rossa si sono riversate al sud e sulle isole.

In Sardegna pare siano arrivati circa 13000 “vacanzieri”, proprietari di seconde case, che senza pensarci un attimo hanno portato con loro un pontenziale rischio di contagio in una regione che già fatica a sostenere i suoi abitanti e con una sanità pesantemente brutalizzata da scelte politiche scellerate.

Ma in tutto questo ci sono anche persone di buon senso, che hanno scelto di restare nella città che li ha accolti quando la nostra madre Sardegna un lavoro proprio non riusciva ad offrirglielo. Persone che nonostante la paura del contagio hanno comunque pensato di tutelare i propri cari e di non rischiare nulla .

Una di queste è sicuramente Roberta Puddu, Sulcitana doc esattamente di San Giovanni Suergiu, che ho raggiunto telefonicamente e alla quale ho chiesto di raccontarci come sta vivendo questa situazione lontana dai suoi affetti.

Roberta Puddu

Roberta Puddu

Roberta, dalla Sardegna a Milano, ormai vivi e lavori lì da un po’ di tempo. Cosa rappresenta per te Milano?

Ho girato mezza Italia per lavoro e sono sempre stata riconoscente a tutte le città che mi hanno ospitata.

Ma Milano, bé Milano l’ho scelta fortemente. Mio padre lavorava qua 40 anni fa, un po’ l’avevo già vissuta dal pancione di mia madre, forse per questo sento un amore incondizionato per questa città.

In poche parole è CASA. Un po’ come avere la seconda casa ma non per questo meno importante della prima. È una città che permette ai sogni di uscire da quei cassetti impolverati.

Di vivere e non sopravvivere, di trovare tutto ciò che ti fa star bene anche dopo il lavoro: aperitivi, eventi, mostre; insomma è una città che non dorme mai.

A volte, come tutti gli amori, non si è sempre in sintonia, ma lei è ugualmente pronta ad offrirti nuove possibilità, nuove avventure insieme a delusioni, pianti e risate. È una città per coraggiosi, non è facile e ti mette davanti alla solitudine. Come dire: “ora sei qua, dimostrami chi sei!” e te ne fa vedere delle belle,oh se ti fa aprire gli occhi.

La amo anche per questo, è la mia resilienza, la mia rivincita, la forza che non credevo di avere. È il mio posto nel mondo e auguro a tutti di sentire così visceralmente una città.

Roberta Puddu

Roberta Puddu

Stiamo vivendo una situazione surreale, quasi da film, nessuno di noi credo avrebbe mai immaginato potesse succedere realmente. Come stai affrontando l’emergenza Corona Virus?

All’inizio, come tutti, ho sicuramente sottovalutato il problema, ma ho cercato di rispettare da subito le regole principali.

Evitare locali affollati e così, a malincuore, ho rinunciato ai miei tanto amati aperitivi!

Mi concedevo solo le mie passeggiate a base di musica, dove assaporavo la città a testa in su facendomi innumerevoli domande.

Ma ancora non ho avuto risposte. Ho sempre visto, con mia sorella, i film horror e mi ricordo ancora un martedì horror anni 90 con “virus letale” lo odiavo, mi faceva venire l’ansia ma mai avrei pensato di viverlo.

Tutti siamo sulla stessa barca, lo stare reclusa totalmente, (perché a Milano ci hanno chiesto esplicitamente di non uscire neanche a passeggio), mi ha destabilizzato, nonostante sia una persona ironica e tendenzialmente forte, ma stavolta impotente!

Sola in una casa al centro di Milano, dove i locali riempivano le strade di giovani dal lunedì al lunedì, ora il silenzio è assordante.

Roberta Puddu

Roberta Puddu

Ma con chi te la prendi, mi son detta? Ah beh stavolta non c’è un nemico vero e proprio, non possiamo fare i supereroi o i giustizieri come nei film.

Quindi visto che la situazione è strana per tutti, ho portato a mio favore il tempo utile grazie anche a tutti i mezzi di comunicazione che abbiamo ringraziando il cielo.

I social network usati in modo costruttivo, studiare, leggere ed ascoltare il quadruplo della musica che già ascoltavo solitamente.

Mi manca il mio lavoro, mi manca il mio amico Giuseppe, mi mancano i miei amici che vedevo ogni giorno e riempivano questa casa che ora ha solo l’eco del silenzio. Ma mi sento orgogliosa per aver rispettato me e gli altri. Non son scappata, i problemi nella vita si affrontano, è un po’ un mantra.

Roberta Puddu

Roberta Puddu

Cosa ti ferisce e cosa invece ti colpisce positivamente di questa situazione?

Da questa situazione ho imparato tante cose: a capire quanto sia importante la libertà. Il potere decisionale personale delle nostre vite, l’abbiamo sempre dato per scontato.

Ricordo i racconti di guerra di mia nonna e affascinata pensavo: “cavoli che tempi, ma tanto a noi non succederà, siamo moderni” e correvano gli anni 90.

Il 2020 secondo i miei pensieri da bambina, avrebbe dovuto sfornare macchine volanti, teletrasporti, non ciò che ora stiamo vivendo.

Ho imparato che il peggior cancro della società odierna rimane l’ignoranza e non ha né regioni né localizzazioni.

Ho imparato che il prossimo siamo sempre noi e che tutte le nostre certezze possono crollare da un giorno all’altro.

Perciò ora più che mai vivrò nel qui ed ora ancora di più. Ogni singola boccata d’ossigeno ora sarà una lacrima di gioia e musica per i miei polmoni. Che questa tempesta ci dia le armi valide per imparare un’altra lezione di vita. Del resto non si smette mai!

 Ti manca la Sardegna in questo momento?

La Sardegna la sento con me! Insegno il sardo ai miei amici, comprese le parolacce.

La sento ogni volta che parlo perché orgogliosa del mio accento e segno di appartenenza. Tiro fuori anche il mio carattere fenicio punico nuragico all’occorrenza.

In questo momento mi manca la mia famiglia di cui fanno parte anche i miei amici e il mio Labrador Iago. Sono preoccupata per i miei genitori, sorelle, cognati , nipoti, amici.

Mi mancano, ma quando tutto finirà sarà di nuovo Natale, Pasqua, il tanto odiato Capodanno e mettiamoci pure Ferragosto.

Di sicuro stavolta quando rivedrò il mare non mi perderò neanche un onda, un bagno e guardando l’orizzonte lo ringrazierò perché è parte del mio DNA.

Mi rotolerò sulla sabbia con i miei nipotini e mi godrò quello stato d’animo bellissimo di libertà, come canta Jovanotti, respira questa libertà.

Lasciaci un tuo messaggio di speranza

Vorrei augurare a tutti una bellissima resilienza, ce la meritiamo. Quando tutto sarà finito ci riabbracceremo, parleremo con tutti, saremo più predisposti alla condivisione non solo social ma semplicemente vivremo come non mai.

Da Milano alla Sardegna un abbraccio a distanza e stavolta rispettiamo pure le norme alla perfezione.

Dalla Puddu, da Sos massaggi, da una di Voi!

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