A tu per tu con Laila Di Naro

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Laila Di Naro

E’ un onore immenso per me poter ospitare una giornalista del calibro di Laila Di Naro nel mio magazine.

Una carriera lunghissima, una personalità e una tenacia da invidiare.

Riuscire ad intervistarla non è solo onore, ma è davvero motivo di orgoglio smisurato dato dal fatto che una professionista come lei si conceda a me piccola Blogger di provincia!

E allora leggiamo insieme questa bella chiacchierata che ha concesso a La Frack Magazine:

Laila Di Naro giornalista, una carriera lunghissima, quando hai capito che cosa avresti fatto “da Grande?

Laila Di NaroL: Bella domanda. Ero una bambina viziata, ma con la testa sulle spalle. Il mio sogno era quello di fare il veterinario o il pediatra.

Da piccolo mio fratello, invece, mi diceva: “Laila perché non fai la giornalista televisiva?”.

Ovviamente non diedi peso alle sue parole. Faccio il classico, il Siotto (mia madre non mi diede altre chance essendo lei una super professoressa di latino e greco proprio al Siotto), e durante il percorso di laurea mamma e papà muoiono a due mesi di distanza l’uno dall’altra, entrambi per colpa del cancro.

Ma io mi laureo lo stesso in Lettere moderne, con il massimo dei voti. Mi laureo un po’ in ritardo, ma è un ritardo giustificato.

Mi lancio nel mondo delle discoteche e faccio la PR, per racimolare qualche soldo. Non ero soddisfatta. Volevo un lavoro più sicuro.

E mentre ero in questa fase della mia vita, un caro amico di mio fratello e di mia madre mi disse di provare a scrivere.

Allo scoccare del nuovo millennio mi butto nel mondo del giornalismo tra giornale, radio e tv. Fu amore a prima vista.

Un lavoro che mi ha preso il cuore ma allo stesso tempo me l’ha strappato. Dal primo momento ho capito che stavo entrando in un mondo più grande di me.

Perché nonostante tanti anni di dedizione e serietà, ancora oggi sono una giornalista professionalmente precaria. Sono come l’Araba Fenice, rinasco dalle ceneri e vado avanti e  non mollo perché amo follemente il mio lavoro.

Ma io sono fatta così: un po’ dolce e molto tosta.

Fai un lavoro bellissimo in una terra che molto spesso prende a schiaffi i suoi figli, è difficile essere una buona professionista in Sardegna?

L: La Sardegna, una terra fantastica.

La verità? Ha solo un neo: la meritocrazia non esiste. Questo fa male per chi come me si impegna al massimo in quello che fa e lo fa con allegria, positività e determinazione.

Nel mio campo, i giornalisti lavorano a 8 euro il pezzo, o poco più, spesso anche per oltre 20 anni.

Sperano in una sistemazione dignitosa, vengono usati al momento giusto poi gettati via, ma non mollano per passione.

Si fanno il mazzo per restare a galla nelle acque del giornalismo che sono tutt’altro che calme.
In questo mondo non è ammesso sbagliare e si paga un albo senza guadagnare.

Laila Di NaroQuando poi diventi mamma, è ancora tutto più difficile! Perché noi donne non siamo affatto tutelate. Tutti parlano di politiche per le donne ma di fatto non c’è nulla di concreto.

Tu donna, quei pochi spiccioli che guadagni li devi usare per pagare lo stipendio alla Baby sitter, e a volte non sono neanche sufficienti. Però vai avanti lo stesso, perché ami il tuo lavoro con tutta te stessa; stringi i denti e prosegui la tua strada tortuosa.
Sempre con il sorriso e orgogliosa della scelta intrapresa.

Jung, uno dei padri della psicologia moderna, ha detto: “Non sono quello che mi è successo, sono quello che ho scelto di essere”.

Per ironia in una professione così complessa non sono ancora obbligatori né laurea né titoli.

Un’ idea: bisognerebbe che i giornalisti precari facessero come i pastori sardi: PROTESTARE.

Io sto con i pastori sardi. Coraggiosi. Il lavoro deve essere giustamente retribuito.

Ci hai abituati a programmi sinceri, di cuore, mi viene in mente Protagonisti, un bel contenitore di talenti di Sardegna, cosa hai in mente per il futuro?

LAila Di NaroL: Grazie di cuore. Devo riconoscere che prima di Protagonisti è arrivato DONNE, il talk show al femminile di Michela Giangrasso.

Lei mi ha chiamata e ha creduto in me. Un’esperienza bellissima.
Da qui è arrivata la proposta di condurre Protagonisti, una trasmissione condotta precedentemente da giornalisti di grido.

Una bella responsabilità. Ma a me piacciono le sfide. Umiltà, gentilezza e coraggio mi hanno permesso di condurre la trasmissione con serenità e affetto.

Non pensavo andasse così bene, il risultato è stato al di sopra delle mie aspettative. La notte prima della conduzione non nego di aver avuto un po’ di paura, ma lo staff di Sardegna 1 mi ha aiutato. E li ringrazio.

Nel mio futuro? Sarebbe bello fare una seconda edizione di Protagonisti. Ma questo è ancora tutto da vedere. Sicuramente ci sarà la terza edizione di Donne, poi si inizia nuovamente il giro di boa.

D’altronde nel giornalismo io sono simpaticamente un po’ jolly.  
Quindi Francesca preparati perché a breve ti intervisterò.

E io ne sarò lusingata, grazie Laila!

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