Regionali Sardegna, Conosciamo Laura Caddeo

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Laura Caddeo

Nella conoscenza delle candidate alle prossime regionali sarde abbiamo il piacere di ospitare Laura Caddeo, insegnante cagliaritana che ringraziamo per aver scelto di raccontarsi al nostro Magazine.

Leggiamo a sua intervista

Chi è Laura Caddeo?

Laura CaddeoL: Sono una donna di 61 anni e faccio la dirigente scolastica all’istituto professionale Pertini di Cagliari. Faccio questo mestiere  da 11 anni, ma per altri trenta ho fatto la maestra di scuola dell’infanzia e di scuola primaria.

Mi definisco una ex giovane che ha il privilegio di lavorare per i giovani e per questo motivo sento forte la responsabilità di non sottovalutare i bisogni e le caratteristiche dell’essere preadolescenti e adolescenti.

Ma anche le difficoltà che la società in generale pone attualmente ai giovani, protesi verso un futuro incerto e capace di intrappolare sogni e prospettive che dovrebbero essere un loro  diritto inalienabile.

Perché hai scelto di candidarti?

L: Io credo che ognuno di noi esprima quotidianamente, nel lavoro e nelle normali relazioni, la propria concezione di società e perciò il giudizio personale su cosa è giusto e su cosa è sbagliato nella gestione della cosa pubblica da parte di governanti di turno.

Ognuno di noi esprime in tutto quello che fa, nelle scelte che compie e nelle cose che rifiuta, il proprio modello di società, la propria idea di giustizia, il proprio grado di condivisione delle istanze sociali che di volta in volta intercetta.

Quando Massimo Zedda mi ha chiesto di candidarmi ho pensato che avrei potuto battermi per le cose in cui credo.

Trasferire dal particolare del mio ambiente e del mio lavoro al generale dell’isola con tutte le sue istanze il mio impegno e le mie ipotesi di soluzione dei problemi.

Ho pensato che avrei potuto occuparmi con strumenti diversi e certo più efficaci, della difesa dei diritti degli individui e in particolare delle fasce più deboli e meno tutelate del nostro sistema sociale.

I disabili, gli anziani a basso reddito, le famiglie in difficoltà economiche, i lavoratori precari e tutti coloro per i quali molto spesso ho pensato che non c’è giustizia sociale.

A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?

Laura CaddeoL: Certamente la mia esperienza lavorativa nel mondo della scuola mi consente di affermare che sono tante le necessità che porterei all’attenzione del futuro governo regionale.

Partendo dall’urgenza di invertire la tendenza a dimensionare le scuole nel territorio chiudendole nei piccoli centri e costringendo le alunne e gli alunni a diventare pendolari dell’istruzione fin da piccoli.

Siccome sono convinta della necessità di restituire all’infanzia i tempi distesi dell’apprendimento, credo che si possa conciliare l’esigenza di ottimizzare le risorse economiche,  professionali e logistiche con il mantenimento di un presidio irrinunciabile come la scuola anche nei piccoli centri, in modo particolare in quelli delle zone più interne dell’isola.

Si può fare se quelle scuole, intese proprio nel senso di edifici, diventano risorsa non solo per fare istruzione, ma anche per fare cultura in senso lato a beneficio di tutta una comunità.

Mi piacerebbe portare subito all’attenzione del governo regionale anche la necessità di sostenere economicamente e con risorse professionali specializzate l’integrazione delle disabilità nelle scuole.

Ci sono infatti disabilità che necessitano non solo di insegnanti, ma anche di educatori e di assistenti alla persona.

Questo perché  la loro frequenza abbia il senso profondo di inclusione e possa realizzarsi veramente il legittimo diritto all’istruzione e alla formazione.

In questo la Regione può e deve essere investita delle proprie responsabilità.

Contestualmente a queste priorità vedo la possibilità di ipotizzare concrete forme di agevolazione economica per i meno abbienti nella fruizione di servizi come, per esempio, la mensa scolastica, i libri di testo, il costo dei viaggi per i pendolari.

Ritengo inoltre che la Regione possa essere un interlocutore determinante con lo Stato per la stabilizzazione del precariato e il rientro in Sardegna di quei docenti che hanno dovuto lasciare figli e famiglia per inseguire il sogno di insegnare.

 

 

 

 

 

 

 

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