Io Donna, Non Festeggio!

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Donna

In una giornata che mi sembra ferma e immobile, ancora profondamente colpita da una grave perdita che ha colpito la mia comunità, mi sono seduta sul mio letto, esausta e ho preso il cellulare in mano!

“Auguri! Felice Festa della Donna! A te che sei una Donna Speciale tanti auguri.”

Ma Auguri per cosa?

Piango, strano eh! Ormai piango in continuazione. Non è debolezza o vittimismo.

Le mie sono lacrime di rabbia, una profonda rabbia che deriva da un grande senso di impotenza nei confronti dell’ambiente che mi circonda. Nei confronti del mondo nel quale ho fatto nascere i miei figli.

Ieri altre due Donne hanno perso la vita, per mano di un uomo che diceva di amarle.

E intanto mentre scrivo penso a chi leggerà e dirà “ancora questa scrive, ancora a parlare di disgrazie”

Non sono disgrazie… sono sconfitte, per tutti noi!

Vi racconto una Storia

Non devo dare spiegazioni a nessuno sul perché uso i social per parlare di violenza sulle donne o perché scrivo nel mio blog.

Ma voglio comunque farvi capire perché lo faccio, perché per me è così vitale!

Molti anni fa, una piccola bimba, credo avesse circa 8 anni, giocava tranquilla nella sua piccola cameretta.

Adorava giocare con le sue Barbie, era gelosissima di loro e non voleva mai prestarle alla sua sorella più piccola.

Ma quel giorno era diverso. Chiuse la porta a soffietto della sua cameretta e disse alla sua sorellina “giochiamo a Barbie cantante? dai cantiamo”.

Non era un gioco casuale… voleva con le loro canzoni coprire le urla di suo padre. Urlava, urlava e minacciava. Ancora per l’ennesima volta sua madre. Lei ormai sapeva come andava.

Urlava, a volte allungava le mani. La mamma non reagiva per non far preoccupare lei e sua sorella. Si chiudeva in bagno credendo che lei non si accorgesse di nulla. Piangeva, lavava il viso e poi usciva con il sorriso più bello che aveva e chiedeva a lei e alla sua sorellina “lo volete un bel gelato?”

Questa volta era diverso

Quella sera però era diverso. Lui urlava, sbatteva. Voleva qualcosa. All’improvviso un grido della mamma. Forte di terrore. Non poteva più continuare a giocare. Doveva farsi coraggio e uscire dalla camera.

La scena di fronte a lei era terrore puro. La mamma era seduta su uno sgabello e implorava, suo padre in piedi davanti a lei la minacciava con un coltello a serramanico!

La bambina e sua sorellina si precipitarono davanti alla madre, quasi a voler far scudo con il loro corpo.

Il padre forse in un attimo di lucidità lasciò cadere il coltello sul tavolo e uscì di casa. La bambina corse subito a prendere il coltello e lo nascose in cameretta, sotto il suo cuscino e tornò da sua madre.

Il padre non c’era più… sicuramente sarà andato al bar, penso tra sé la bambina più grande, la mamma piangeva.

Denuncia

Vi starete chiedendo se la mamma ha denunciato.

Questa storia risale a 30 anni fa e sì , la donna è andata alla polizia a denunciare.

E’ stata ascoltata. Il poliziotto è stato molto gentile.

” Signora, dai, sono momenti di incomprensione. Sa, noi uomini siamo molto presi dal lavoro, da tanti impegni. Magari lei ha risposto male a suo marito e lui in un momento di nervoso ha reagito male. E poi ci pensa a queste bambine. Sa che tanto verranno affidate a lui perché lei non ha un lavoro e lui invece ha un ruolo importante. Non vorrà che si mettano in mezzo gli assistenti sociali!? Su, torni a casa, faccia una bella cena e vedrà che domani sarà tutto dimenticato!”

AMEN!

 

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