La Violenza Sulle Donne: basta subire!

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La violenza sulle donne ormai è un argomento che è entrato a far parte del nostro quotidiano.

Questo post nasce da un fatto di violenza su una donna che è accaduto nella mia città due giorni fà.

Vittima una giovane ragazza, picchiata con una brutalità che davvero mi chiedo da dove possa scaturire, da un uomo che no, non era il suo compagno. Era il compagno di sua madre! E sicuramente si è sentito minacciato dall’intelligenza e dal coraggio di questa giovane donna.

Non passa giorno in cui accendendo la tv non si ascoltino casi di  donne percosse, seviziate, maltrattate o abusate.

I dati sono allarmanti. Nel periodo che va dal 2000 al 2017 sono state più di 2800 le vittime in Italia (fonti Istat). La maggior parte dei femminicidi viene perpetrata al Nord. Seguono il Sud e il Centro.

Ma sono più di 7 milioni le vittime di maltrattamenti.

Immagine dal Web

La forte emancipazione acquisita dalle donne, sia a livello di formazione professionale che nella società in generale ha fatto sì che l’uomo si sentisse assediato e superato.

Questo deriva sicuramente dalla cultura sessista e machista ormai obsoleta, che però vive ancora in molte realtà.

E’ per questo, per difendere il proprio status di sesso predominante che in molti casi il voler far prevalere la propria superiorità, porta l’uomo a compiere gesti estremi nei confronti della donna.

I motivi sono quasi sempre passionali: sfregiate con l’acido, strangolate o stalkerizzate,  le donne in ogni caso subiscono.

Le leggi in Italia ci sono ma servono a ben poco dato che ogni anno sono più di  100 sono le donne che vengono uccise.

Le donne per fortuna hanno imparato a non tacere, a denunciare, e si deve denunciare.

Ma ci sono ancora troppi casi di donne uccise dopo centinaia di denunce per stalking, in cui la magistratura ben poco ha fatto e le forze dell’ordine non sono potute intervenire perché la Giurisprudenza è ancora poco chiara.

Ci sono donne che portano sul volto i segni di questa tortura e violenza, e che purtroppo sono costrette a convivere nella stessa città  e a volte anche nella stessa casa del loro carnefice.

La recente cronaca ci ha fatto conoscere casi ecclatanti, come quelli di Melania Rea, Roberta Ragusa, Yara Gambirasio.

Donne uccise perché sicuramente  si sono ribellate a qualcosa, perché viste come un punto di forza della famiglia, e quindi di intralcio ad una nuova vita di uomini che, per paura di ritorsioni economiche derivanti da divorzi, o per puro rifiuto hanno ucciso le loro donne, o le loro ambite prede, lasciando i propri figli orfani di madre.

Per poi essere condannati in alcuni casi e privarli anche della figura paterna.

E’ un argomento questo che mi tocca da vicino.

Sono cresciuta vedendo mia madre combattere contro un uomo violento e ignorante e non si è mai arresa.

Ha sempre lottato e ci ha insegnato a ribellarci ogni volta che un uomo alzava solo la voce nei nostri confronti.

Io da madre sto cercando di compiere lo stesso percorso, impegnandomi a crescere figlie che siano in grado di difendersi, che non si facciano  sottomettere.

Figli maschi che abbiano rispetto della donna e del suo ruolo centrale nella società moderna.

Ho la fortuna di avere al mio fianco un marito, padre e uomo che la pensa esattamente come me.

Un uomo rispettoso delle donne in ogni senso che è stato cresciuto da una madre che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua educazione.

Ruolo fondamentale è l’educazione e la certezza della pena.

Io penso che se educhiamo i nostri figli, maschi o femmine che siano, al rispetto, all’ascolto, alla condivisione, già un passo lo si possa fare.

Ma in ogni caso servono anche provvedimenti urgenti da parte delle istituzioni, condanne severe e la certezza della pena.

E la denuncia, in ogni ambito: legale e anche mediatica. La condanna deve essere pubblica ed esemplare.

Basta Tacere!

Immagine dal Web

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